giovedì 19 febbraio 2009

Charivari

E' una vecchia filastrocca.
Di quelle che si insegnano sui banchi di scuola, alle elementari. L'ho imparata attorno ai sette anni. E mi è tornata in mente per caso -mentre me ne andavo in giro in città, fra giostre, coriandoli sbiaditi e stanchi e mascherine che non so nemmeno cosa riproducano- e mi è sembrato carino inserirla.
Non sapevo (o forse non ricordavo) che fosse di D'Annunzio.
Però. Però è bello. Perchè anche i seriosi autori otto-novecentesci almeno per una volta all'anno si lasciavano andare. Con una punta di tragicità malinconica che non guasta mai.
E questa piccola filastrocca, bella pulita e semplice, contiene un qualcosa in più che mi lascia a fissare con un mezzo sorriso le luci e i colori.





Carnevale vecchio e pazzo
Gabriele D'Annunzio


Carnevale vecchio e pazzo
s'è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all'improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.


mercoledì 21 gennaio 2009

Ingranare (la strada)






E ricomincerà, come in un ranedez-vous.

No. Non credo di essere impazzita (ancora). Ma è il primo post dell'anno. Di un anno che termina per nove; e non è indifferente, questo numero. Perchè mi porta fortuna. O comunque mi sta simbatico. Lo definisco un "numero mio": perchè è nel mio segno zodiacale; perchè è la somma delle cifre del giorno e del mese di nascita (la mia); perchè è doppio e non capisci mai esattamente dov'è il suo equilibrio.

Ma non volevo paralre di numeri.

Parliamo di cammino.

Ecco perchè ho scelto di mettere l'immagine dei torii del santuario Fushimi di Kyoto.

Quest'anno ci sono un po' di progetti che devo portare a termine. Prima fra tutti la laurea. E (dai!) non manca tantissimo.

Poi.

Poi ci sono i progetti di scribacchina.

Sto continuando a iniziare storie, e non riesco a portarle a termine. Non subito almeno.

E non me ne preoccupo (Incredibile!)

Perchè per una volta [in qualcosa] voglio fare quello che mi pare. Tanto più che ho la sicurezza che, prima o dopo (meglio prima, certo. Ma pian pianino) le finirò tutte.

Intanto, Arms si è incagliata con Camus. Non riesco ad afferrarlo; in nessuna immagine. In compenso Suite sta prendendo forma nel prossimo capitolo. E anche Alessandra procede. Lentamente, e non da dire: ci siamo. Ma procede.

E sto seriamente pensando di rivedere Garasudo no Uchi. Doveva essere un racconto originale. Doveva. E non è detto che, con un'aggiustatina qua e qualche capitolo in più di chiarimento, non lo possa diventare.

In primis, però, dovrei rivedere la tipologia di pensiero. O come lo si vuole chiamare.

Infine.

Mi sta balenando l'idea di una raccolta. Non so su chi (come sempre, le mie idee sono parti incompleti). Ma la base ce l'avrei: le variazioni di Bach; trenta.


I progetti sono progetti.

E forse nemmeno la metà avranno termine. Ma non farli non mi va.

Mi piace inventarne tanti. Il tempo non mi è favorevole, ma non importa.

Ci penserò.


mercoledì 24 dicembre 2008



Parole d'augurio
sillabe sussurrare
per colorare a festa
l'ostinato grigio
di giorni uguali.
Novalis

Tanti auguri

di

Buon Natale


martedì 21 ottobre 2008

Scaffale dopo scaffale

E siamo a due!

Quest'anno, davvero, si sta rivelando denso di sorprese sul versante editoriale.

E se per Esbat si dovrà attendere fino a primavera prossima (ma anche l'attesa è paicevole. Oh! Molto piacevole, comunque), l'altra piacevole novità è ormai imminente.

E il posto sullo scaffale è già pronto.


A Novembre, infatti, esce, nella collnana I love anime della Jacobelli, il primo libro sui Cavalieri dello Zodiaco edito da autore italiano e completamente dedicato all'anime/manga.

Ma la descrizione la lascio all'autore:


Saranno 128 pagine di approfondimento, commenti e
informazioni, sia per i neofiti che per chi ne sa di più, con box dedicati pure
ad Episode G, Gigantomachia, OAV, Next Dimension ed LC (si, pure loro ^^) e
centinaia di immagini di tutti i tipi .

Ma non solo, il libro avrà un'ampia zona di interviste ai
fans, dove, tra gli altri, alcune colonne del forum come Ale, Dark, Ioria,
Kanon, Goldsaint, Flare, Saga Rules, il Grande Mu, Marco e altri, ed alcuni fans
esterni al board, racconteranno il loro primo incontro con i CdZ .


Non un semplice "riassunto" delle varie informazioni, quindi.

Ma un libro per i fans, scritto da un fan che, a ragione, può essere definito un guru nel settore e che permette ai fans stessi di parlare.


Complimenti davvero, Shiryu!

Un progetto che merita!





[Per maggiori infomazioni e per seguire le evoluzioni:

mercoledì 1 ottobre 2008

Taglio del nastro



E' ufficiale.
Da oggi, il mio sito personale, Antemoessa, apre i battenti.
C'è ancora qualcosina da sistemare, ma con tempo
e pazienza.
Tanto tempo e tanta pazienza.
Grazie a tutti!

martedì 2 settembre 2008

Gatti e P.O.R.C.O.

Alzi la mano chi non ricorda il gatto di Alice.

Quel gattone a strisce con un sorriso grande grande che fa correre un brivido lungo la schiena. Perchè chi ride troppo è sempre un po' inquietante. Ebbene: quel gatto sornione, dondolante, tanto sicuro nella suo sconclusionata favella, é inquietante.

Perchè dice la cosa più giusta ovvia del mondo. Ricordate?


"In quale direzione devo andare adesso?" chiede Alice.

"Dipende molto da dove vuoi arrivare" risponde lo Stregatto.

E mai risposta fu più appropriata e magistrale.


Come si fa a decidere la strada se non hai la meta? Si può lanciare in aria la classica monetina e come và và. E non è del tutto un modo da disdegnare. Ci avete mai provato? Io sì! E vengono fuori dei percorsi alquanto inaspettati. (Per carità! Non mi sono certo messa a girare l'Italia con un sacchetto di monetine in mano -perchè regolarmente uno o due si possono perdere-; ma qualche giretto in campagna così certo che l'ho fatto. Soprattutto da bambina).

Dunque: le monetine sono utilissime, ma lo scopo è il viaggio, non l'arrivo. Da non disdegnare, assolutamente mai. Ma in un racconto o in un tema non si procede di molto.


In un racconto si deve avere ben chiaro qualcosa. In primis quel qualcosa.

Perchè se ci si mette davanti ad un foglio senza le idee (chiare- o almeno vagamente adombrate nella nebbia) si rischia di girare e girare e contribuire all'aumento del disboscamento mondiale e alla produzione di inchiostro. Ma una storia sensata non ne esce. Proprio no.

Ci vuole una cartina, ecco.

Una bella cartina (possibilmente SEMPLICE. Perchè di tempo per complicare le cose ce n'è sempre molto. Anche una strada di dieci minuti), con nomi di capoluoghi, paesini e qualche noticina morfo-idrologica che fa capolino qua e là. Giusto per ricordarsi che c'è qualcosa, oltre la sctriscia d'asfalto (inchiostro).

In termine "tecnico" si chiama SCALETTA. Ed è l'incubo dei ragazzi in età compresa fra gli undici e i diciannove anni. Era anche il mio incubo personale. Perchè mi mettevo con le migliori intenzioni e poi, puntualmente, se avevo deciso A usciva B. L'unica cosa positiva era che usciva qualcsa di sensato. E piano piano ho messo a posto il problema, ormai.
Cicerone insegnava bene, e con lui la retorica antica: MAI parlare, se non sai davvero cosa dire. in caso contrario, meglio un dignitoso e composto silenzio (che evita anche colossali figuracce). Allora c'erano inventio, dispositio, elocutio, actio e memoria. E scrivere e recitare un testo era uno spettacolo, nel vero senso della parola. Nulla era lasciato al caso, fin dal più piccolo gesto (come far denudare il petto di un uomo accusato durante un processo).
Oggi non si arriva, sui banchi di scuola o nel quotidiano, a un simile pathos, ma la coerenza non deve finire per questo alle ortiche.
Gli antichi avevano gli Aristotele e i Quintiliano, e noi abbiamo Severgnini, con il suo più rustico ed efficacie P.O.R.C.O. ovvero:


P ensa (aspetta a scrivere: prima decidi cosa dire)
O rganizza (elenca i punti da toccare = scaletta con connettivi)
R igurgita (butta fuori, senza pensarci troppo)
C orreggi (e rileggi con calma, almeno due volte); O metti (togli tutto ciò che non è necessario).

Un buon punto di partenza, no? (Praticamente la sclatetta della scaletta)

lunedì 1 settembre 2008

Dentro la notte



Tánic sam slán sóer
díambi clóen cail cíar,
lingid ag seng snéid,
díambi réid rón rían.

Canaid cuí céol mbinn mblaith,
díambi súan sáim séim,
lengait éoin cínin crúaich
ocus dailm lúaith léith.

Foss n-oss rogab tess,
gáir dess cass cúan,
tibid trácht find fonn,
díambi lond ler lúath.

Fúam ngaeth báeth barr
dairi duib Drum Daill,
rethid graig máel múad,
díambi dín Cúan Caill.

Maidid glass for cach luss,
bilech doss dairi glaiss:
tánic sam. rofáith gaim,
gonit coin cuilinn caiss.

Canaid lon dron dord
díambi forbb caille cerbb,
súanaid ler lonn líac,
foling íach brec bedc.

Tibid grían dar cach tírm
dedlai lim fris-sil snom,
gárit coin, dáilit daim,
for-berat brain, tánic sam.

Finn MacCumaill, L'Estate è venuta, IX sec.




C'erano i fuochi, questo fine settimana, sotto il castello.
E il fumo scendeva giù fino a casa. Resina e legno. E violini, arpe, tamburelli. Un qualcosa di vivace e assieme infinitamente malinconico.
Mi sono seduta sul prato, sabato sera. Fra tante persone. E ho chiuso gli occhi.
Sarà colpa di Tolkien (finalmente l'ho iniziato!), sarà colpa del fatto che, ultimamente, ho voglia di immaginare. Non lo so.
Ma queste serate dedicate alla magia celtica mi sono piaciute. Molto.
Davvero molto.
Ho anche ceduto alla tentazione: una collana elfica.
Con un pendaglio elaborato attorno ad una pietra nera. Ce n'erano tanti, di colori. Ma io ho voluto il nero. Stava bene. E ques'inverno, in facoltà, mi ricorderà l'ultimo giorno d'Agosto.

Promemoria per me: cercare di rintracciare su Internet il sito di mitologia nordica e slava che avevo individuato qualche mese fa. La vedo dura...
 

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