giovedì 6 dicembre 2007

Sms: futuro pericoloso?



Una parola ancora
Parole, parole, parole
Ascoltami
Parole, parole, parole
Ti prego
Parole, parole, parole
Io ti giuro
Parole, parole, parole, parole parole soltanto parole, parole tra noi
Ecco il mio destino, parlarti, parlarti come la prima volta


Mina, Parole parole parole (ritornello)



Alcuni anni fa, su un Topolino c'era la pubblicità di una rete di telecomunicazione mobile: promuoveva l'uso degli SMS. I primi.

Non esistevano ancora i videofonini, i cellulari di ultima generazione, quelle piccole meraviglie che sembrano un computer in miniatura.

Ricordo ancora cosa recitava la campagna pubblicitaria:


"C'è ancora una cosa che non ti ho detto...

Possibile? Dopo duecento messaggi?"


con i protagonisti seduti agliestremi di uno stesso divano, sorrisi ebeti e sgurdo fisso sul display. Avevo sorriso. Potenza della nuova tecnologia. Parlarsi senza usare le parole.


L'altro giorno, l'SMS ha compiuto gli anni: 15.

Dilaga. Ancora. E quella pubblicità, quell'immagine che mi aveva fatto sorridere, che sembrava l'esasperazione bonaria di una realtà che mai si sarebbe concretizzata, è diventata una gorttesca premonizione. Perfino ottimistica.


E mi ha fatto rimpiagere quando mia madre, per chiamarmi a cena, si affacciava al poggiolo e urlava il nome mio e di mia sorella.
 

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