martedì 30 ottobre 2007

Delle ricorrenze


Sulla riva
una collana
di fiamme di lucciole.


Kawabata Bohsa






Halloween.

Degenerazione o inconscio bisogno di ristabilire un rapporto con il nostro passato, le mostre radici?


Feste per celebrare il culto dei morti e degli antenati sono diffuse in tutto il folklore mondiale, lontane l'una dall'altra per impostazione e strutture, eppure estremamente vicine per intenti e aura di sacralità.


Samhain, la notte che precede l'alba del 1° Novembre, è un'atichissima festività celtica, che prende anche il nome di Trinox samonia o "Tre Notti dalla Fine dell'Estate". Festa sacra per eccellenza si protraeva per tre notti. Tra l'altro era considerata la notte in cui le porte dell'Altromondo si schiudono permettendo il transito tra i due piani della realtà. A Samhain, il tempo umano viene sospeso dall'intervento del Sacro, e questo rende possibile l'intrusione del fantastico nel reale. Samhain è un lasso di tempo in cui gli spiriti possono liberamente mischiarsi agli esseri umani (da qui l'idea delle maschere nate proprio per confondere gli spiriti). Hanno così luogo tutti quegli avvenimenti magici e leggendari che costellano la mitologia irlandese e gallica. Questa festa segnava l'inizio dell'inverno e introduceva l'anno nuovo.


In Giappone, ad Agosto, si celebra una simile festività in onore die defunti: l' o-bon. Durante lo O-bon, il legame molto stretto tra i vivi e i morti è vissuto collettivamente, non privatamente come avviene nel resto dell'anno. Per capire quanto questo legame sia forte, basta pensare che i defunti vengono cremati, dopodiché le loro ceneri vengono custodite in casa per 49 giorni, passati i quali l'urna (kotsutsubo) viene deposta nella tomba (o-haka). In quei giorni è consuetudine l'ohaka mairi, la visita alle tombe degli antenati, lavandole, mettendovi fiori freschi, offrendo incenso (senko), candele (warosoko), cibi e preghiere.Dopo la visita al cimitero, vengono esplosi i fuochi d'artificio (hana-bi) per dare agli spiriti il bentornato nel loro mondo. Alla fine della festa, insieme ai fuochi per accompagnarli nel viaggio di ritorno (okuribi), si fanno le tourou nagashi, "lanterne galleggianti", per poi lasciarle navigare e guidarli. Centinaia di lanterne colorate, più o meno elaborate e preziose, si muovono dolcemente sull'acqua; tra di esse spiccano quelle bianche, riservate alla commemorazione dei defunti morti nell'anno in corso.


Le suggestioni evocative sono più forti di luci e lucine al neon.

Nessun commento:

 

Free Cursors