martedì 3 luglio 2007

Delirio razionale

A volte sazio il cuore di pianto, altre volte
smetto chè dal gelido pianto viene in fretta stanchezza.

Omero, Odissea, IV 102-103 (Menelao)



Lacrime.
Sorrisi.
Non esiste altro.
Solo lacrime. E sorrisi.
Perché la vita è questo.
Istanti di dolore.
Sospiri di felicità.
Momenti.
Di speranza. Di disillusione.
Questa è la vita.
Solo questo.

Frammenti.
Carrellate di emozioni.
Sensazioni.
Scandiscono confusamente l’esistenza.
Schegge.
Increspature.
Irrazionalità.
Perché nulla ha reali spiegazioni.
Confusione.
Di anima e ragione.

Oscurità.
Di origine e di destino.
Esistenza.
Unica certezza.
Perché la si desidera.
Ardentemente.
Nonostante tutto.
Scivolate e delusioni.
Inganni e apparenze.

Perché è un gioco.
Condotto senza avversari.
Perché neanche quelli esistono.
Vincitore o vinto.
Domatore o domato.
Non c’è differenza alcuna.
Perché giocare vuol dire vivere.
D’illusioni e di bugie.
Di sogni e di speranze.
Solo vivere.
E ciascuno sceglie la propria vita.

Non importa al mondo.
Ha binari ben tracciati.
Procede dritto. Non deraglia.
No. Lui, no.
Corse veloci.
Istanti labili.
Inconsistenza.
Sempre binari.
Rotti. Dissestati.
Binari.
Di profughi. Di re.
Binari di vita.

Però è la vita.
Una vita che vuole essere vissuta.
Per questo bisogna vivere.
Vivere ogni istante; assaporandolo fino in fondo.
La banalità del quotidiano.
L’irripetibilità di un momento magico.
Vivere.
Camminando a testa alta.
Verso il destino che si può plasmare.
Secondo la propria volontà.
Secondo i propri sogni.

Perché vivere significa lanciarsi in avanti.
Sempre.
Verso qualcosa di superiore.
Verso la perfezione.
Lanciarsi; e cercare di arrivarci.
Anche se è difficile.

Bisogna vivere.
Per sognare.
Perché esistono realtà che neanche il sogno può svelare.
Ma bisogna continuare.
Bisogna sognare.
Perché i sogni vivono finché si è disposti a sperare.

1 commento:

DreamJame ha detto...

Avalon, Avalon...Ti lascio su efp e ti ritrovo qui, sul tuo blog.
Bellissimo tra l'altro.
Quanta tristezza, quanto dolore mischiato in un turbinio di rassegnazione, quanto cinismo, ma allo stesso tempo quanto ardore, forza, ed infine speranza.
Le tue semrpe splendide parole sono arrivate lì, si, proprio lì, a quel muscolo che noi trsfiguriamo con immagini romantiche, che fisicamente serve solo a pompare sangue ed a impedirci di andare in arresto cardiaco, ma che deve essere utilizzato con quelle immagini sentimentali per poter comprendere le tue parole. Se non appieno, almeno sentire tue, fare in modo di poterle sperimentare sulla tua pelle, disegnandole di immagini e suoni, in modo da sentirle più o mneo vivide. Inutile farti i miei complimenti, sarebbe un eufemismo.
Con affetto, Jame

 

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