sabato 8 settembre 2007

Canzone d'autunno


Les sanglots longs
des violons
de l'automne
blessent mon cœur
d'une langueur
monotone. Venature sott

Tout suffocant
et
blême, quand
sonne l'heure,
je me souviens
des jours anciens
et
je pleure;

et je m'en vais
au vent mauvais
qui m'emporte
deçà, delà,
pareil à la
feuille morte.


Paul Verlaine, Canzone d'autunno, da Poèmes saturniens, 1866




Questa mattina ho raccolto una foglia di quercia. Niente di particolare. Solo una piccola foglia, uguale a mille altre. Davanti all’entrata. Vivida. Color noce. Colore finto. Di legno. L’ho alzata nella luce. contorni nitidi ed eleganti. Venature sottili e precise.

Ho percorso il bordo con l’indice. Appena seghettato.

Perfetta. Normale. Definita.

Morta.

Era morta. Inesorabilmente. Desolatamente.

Si è posata sul selciato. Lenta. Ovvia. Certa. Alla fine della sua vita. Di una vita che dura una stagione. Ho guardato in altro. All’albero. Ai rami. Cercavo. Cercavo con attenzione, con...Cercavo. E basta. L’illusione di poter tornare indietro.

Follia.

Potrei anche ritrovare il ramo che ne è vedovo. Potrei anche ritrovare il suo vecchio posto. Già, vecchio. Passato. Andato. Dimenticato. Cancellato.

Perchè questa foglia che tengo in mano non fiorirà più. Cadrà. Si dissolverà. Cenere. Grigia. Bianca. Nera. Marcio. Decomposizione. Putrido.

Passerà.

Passa tutto. Ogni più piccola cosa. Passa, e non ritorna. Nemmeno la natura. La si dice eterna...Fantasie. Non esiste nulla di eterno. E, benchè, in primavera, di nuovo, questa quercia fiorirà, la foglia che adesso riposa in un mio libro sarà stata. E nessuno la ricorderà. La rimpiangerà.

Alcuni dicono che l’autunno è triste.
Per me, è la stagione più bella. Tavolozza di colori. La mia anima.


Danza di foglie morenti.

Danza d’autunno.

Ipnosi.

Ondeggiano, giocano, s’intrecciano, oscillano…Ultimi respiri prima della terra. Prima di accartocciarsi. Irrimediabilmente svuotate.

Colori. Giallo; rosso, verde, marrone. Un’esplosione. Una bellezza intensa e struggente.

Adoro l’autunno. Questa stagione malinconica.

L’autunno.

Rami spogli: dolori vissuti. Chiome variopinte e cangianti. Intermezzi emotivi, tasselli di un puzzle che si chiama vita. E infine…infine spruzzi di sempreverdi: sogni e speranze.

Adoro l’autunno. Una stagione che pulsa di vita, d’eccitazione. Trepidazione pura.

Che mi restituisce il sapore antico del tempo che passa.

Lentamente.

Tranquillamente.





1 commento:

celina ha detto...

L'autunno stagione dalle mille sfumature, giallo,rosso, arancio e marrone...colori che colpiscono l'anima. Un'anima romantica attaccata ai propri sogni, anch'io adoro questa stagione. Sentire che la natura muta, le foglie che cadono a terra morte. Molti affermano che non servono a nulla, ma non è così loro diventeranno nutrimento per la nuova vita che a primavera nascerà. Sì, vero quella foglia ingiallita a terra nessuno la rimpiangerà, ma credo che solo noi che la raccoglieremo le daremo importanza...bella questa dolce riflessione che colpisce dritta al cuore...grazie delle mille emozioni che mi dai...un bacio e a presto..

 

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