lunedì 26 maggio 2008

De la follia



Mi hanno chiamato folle;
ma non è ancora chiaro se la follia
sia o meno il grado più elevato dell'intelletto,
se la maggior parte di cio che è glorioso,
se tutto cio che è profondo non nasca
da una malattia della mente, da stati di
esaltazione
della mente a spese dell'intelletto in
generale.


Edgard Allan Poe




Follia.

Secondo Freud, è la rottura del sottile confine che separa io e super-io; il prevaricare dell'istinto sulla razionalità. Per dirla in modo nietschano, l'esplodere del dionisiaco in un mondo dominato da una realtà apollinea.

E' una chimera, la follia.

Il sogno di ogni uomo sano.



Qualunque cosa dicano di me comunemente i mortali – non ignoro, infatti, quanto la Follia sia portata per bocca anche dai più folli – tuttavia, ecco qui la prova decisiva che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli dèi e gli uomini. Non appena mi sono presentata per parlare a questa affollatissima assemblea, di colpo tutti i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità; d'improvviso le vostre fronti si sono spianate e mi avete applaudito con una risata così lieta e amichevole che tutti voi qui presenti, da qualunque parte mi volga, mi sembrate ebbri del nettare misto a nepente degli dèi d'Omero, mentre prima sedevate cupi e ansiosi come se foste tornati allora dall'antro di Trofonio.


Aveva ragione Erasmo da Rotterdam. Aveva ragione che l'unica salvezza è impazzire. Perchè solo un pazzo rovescia la società, solo un pazzo ha il coraggio di gridare quello che l'ipocrisia mette a tacere.

E in fondo, anche noi siamo folli. Dei pazzi che fingono di non vedere, di non sapere, di non sentire. Ignorano la pazzia di rifiutare di esser pazzi.

Un pazzo non di preoccupa. Non lo sa.

E vive completamente.


E noi?

Noi diciamo di essere normali.

[Come se la normalità esistesse]


Noi ci barrichiamo dietro i nostri rituali quotidiani.

[La follia del ciclico ripetere]


Noi condanniamo.

[E siamo i primi a subire la condanna]


Perchè, rpobabilmente, in fondo, i veri folli siamo noi.

Che ci rifiutiamo di accettarci per quello che siamo. Che diciamo di esser colti, perchè oggigiorno non si può essere ignoranti. Perchè apprezziamo l'eccesso e lo sbaglio, perchè così è la convenzione. Perchè non vogliamo smettere di ubriacarci di pensieri fatti e finiti, comodi e veloci.


Perchè abbiamo perso l'abitudine di riflettere. E usare il nostro cervello.

E allora, davvero, siamo folli.



La sapienza puù giovarsi, seppur

indirettamente, de la follia, al fine di

rimettere in questione se stessa.


Carl G. Jung






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